Febbraio 1959. Un gruppo di 9 scalatori intraprende una
spedizione invernale tra gli
Urali, in
Russia. La loro destinazione è una montagna chiamata
Otorten che nella lingua
mansi dei locali significa "
non andare lì".
"C'erano 3 ingegneri esperti, gli altri erano studenti, tutti giovani, il più anziano avrà avuto 37 anni. Avevano già fatto altre spedizioni difficili nell'area. Avevano tutti esperienza, erano tenaci e determinati".
Paul Stonehill
Autore "UFO Case Files of Russia"
Nella quarta notte della sepdizione il cattivo tempo costringe gli escursionisti ad accamparsi in un'area chiamata
Cholat Sjachl, che in mansi vuol dire la
Montagna dei Morti.
"E' un luogo davvero inospitale, un posto difficile dove sostare. C'è neve, tira un vento gelido e ci sono pochi esseri viventi attorno. Hanno deciso di trascorrere la notte del 1° febbraio in un'area all'aperto, non troppo distante dalla cima della montagna. Non volevano tornare nella foresta, distante 1,5 km, perché ci sarebbe voluto troppo tempo e avrebbero perso un giorno".
Paul Stonehill
Autore "UFO Case Files of Russia"
Dopo
10 giorni, quando i 9 avventurieri non si presentano alla loro destinazione, una squadra militare di soccorso va a cercarli, trovano il campo abbandonato e la tenda gravemente danneggiata. Gli investigatori determinano che questa è stata tagliata e strappata dall'interno e che gli escursionisti sono scappati con i soli calzini o a piedi nudi.
Prefettura di Yamanashi, Giappone. Qui, 100 km a sud-ovest di Tokyo, alle pendici del monte Fuji, c'è la
Foresta di Aokigahara. Ogni anno, quasi un centinaio di cittadini giapponesi viene in queste rigogliose foreste non per fare camminate o escursionismo, ma per
suicidarsi.
"Quando sei nel Giappone centrale, vedi ovunque il monte Fuji, è sempre all'orizzonte. Anche quando ti avvicini alla zona, quando ci arrivi col treno o in auto, hai questo presagio minaccioso. Poi, quando finalmente entri nella foresta, alle pendici della montagna, è molto silenziosa, tranquilla, spettrale.
Santiago Stelley
Autore "Aokigahara Forest"
Conosciuta dai locali come la
Foresta dei Suicidi, da tempo gli agenti hanno posto dei cartelli, avvertendo chi entra di tornare indietro e cercare aiuto.
"LA VITA E' UNA COSA PREZIOSA. RIFLETTI IN TRANQUILLITA' SULLA TUA FAMIGLIA E SU QUANDO ERI BAMBINO. NON TORMENTARTI IN SOLITUDINE, CERCA CONSIGLIO"
La
Russia si è svegliata dal torpore invernale a causa di un evento catastrofico che ha gettato nel panico cittadini, governo e istituzioni.
Una
pioggia di meteoriti ha acceso il cielo e si è scagliata al suolo con una violenza inaudita a
Chelyabinsk, città negli Urali di oltre un milione di abitanti.
Il meteorite, che misurava
17 metri e pesava oltre
10 tonnellate, non appena è entrato nell'atmosfera terrestre è esploso disintegrandosi in pezzi più piccoli e si è abbattuto mitragliando il terreno sottostante. Un'esplosione di
500 chilotoni, ossia
30 volte più forte della bomba atomica di Hiroshima, che ha causato la pioggia di sassi spaziali.
Queste le conseguenze dichiarate dal governo russo:
-
100.000 abitazioni danneggiate
-
24.000 persone mobilitate per riparare i danni
-
1.200 persone ferite, la maggior parte bambini
- danni pari a
22 milioni di euro
Un evento che però
non è nuovo nella madre Russia e che fa eco al
meteorite caduto nel 1908 in Siberia e che rase al suolo un'area di circa
2000 chilometri quadrati nella regione di
Tugunska.